Le Ricette perdute del ristorante Kamogawa

“Gioie e dolori, dico bene? La vita sa sempre di agrodolce”
Le Ricette perdute del ristorante Kamogawa

“Gioie e dolori, dico bene? La vita sa sempre di agrodolce”

È incredibile quanto i ricordi siano legati ai nostri sensi. Una fotografia ci riporta al momento in cui è stata scattata, associamo le canzoni a un periodo più o meno lungo della nostra vita, odori e profumi alle stagioni che li esaltano… e così via, si potrebbero fare infiniti esempi.

Vi capita mai di associare il sapore di una pietanza al preciso momento in cui l’avete mangiata, a chi l’ha cucinata o, alle persone con cui eravate al momento del pasto? Se i vostri ricordi si accendono con il gusto, questo è il libro che fa per voi.

Siamo a Kyoto, in Giappone. Il cuore della narrazione è certamente il ristorante Kamogawa, una piccola trattoria senza nemmeno l’insegna, perché il suo proprietario, Nagare Kamogawa, un ex poliziotto da sempre appassionato di cucina, non ama che il suo locale finisca recensito online ed è fermamente convinto che se è destino che una persona vi entri, questa troverà comunque il modo di raggiungerlo.

“Ogni incontro è qualcosa di inspiegabile che avviene solo se è destino”

A gestire il ristorante assieme a Nagare c’è Koishi, la giovane figlia dal carattere spontaneo e determinato. Prima di immergersi nell’atmosfera semplice e familiare del ristorante ci aspetta la Kyoto che lo circonda, fatta di alberi di ginkgo, negozi di paramenti sacri e di abiti buddisti, il tempio Higashi Hongan e la montagna Higashiyama all’orizzonte.

Coloro che riescono a trovare questa trattoria, seminascosta nella città, sono spinti dal forte desiderio di assaggiare un piatto legato a un momento speciale del passato o a una persona cara. Ad accoglierli c’è un gatto tigrato di nome Pisolino e un menù scelto dal proprietario.

“Chi viene qui per la prima volta lascia che sia io a scegliergli il menù”

In fondo al corridoio, dietro alla sala del ristorante, superata una parete con una serie di fotografie ritraenti i piatti preparati da Nagare nel corso della sua vita e un altarino dedicato a Kikuko, defunta moglie di Nagare e mamma di Koishi, c’è l’ufficio investigativo.

Una stanza dove, dopo aver compilato un modulo con i propri dati, coloro che vogliono riassaggiare un piatto rimasto impresso nella propria memoria, possono descriverlo a Koishi, fornendo più dettagli possibili (ingredienti, sapori, luogo dove lo si è mangiato) in modo tale che la ragazza possa prendere precisi appunti da fornire al padre, che nelle successive due settimane farà tutte le indagini necessarie per cucinare il piatto, identico a quello rimasto nel cuore del cliente.

“I ricordi sono come le spezie, perché cambiano i sapori”

Più che un romanzo definirei Le Ricette perdute del ristorante Kamogawa una raccolta di racconti, tutti ruotanti attorno al ristorante Kamogawa e all’ufficio investigativo di Nagare e Koishi.

A unire i sei capitoli che compongono il libro è certamente la forte volontà, di ognuno dei clienti protagonista, di trovare la trattoria Kamogawa, per far sì che si indaghi sul piatto a loro caro, nonostante l’unico indizio per la ricerca sia un  trafiletto piuttosto vago su un giornale chiamato “Primavera e Autunno in cucina”.                                                                                                       

Ho scoperto questo libro ascoltandolo prima come audiolibro e sono rimasta così affascinata dalla descrizione accurata dei luoghi che circondano il ristorante e delle pietanze preparate da Nagare e non ho resistito dal comprarlo in versione cartacea.

Tutti i personaggi, Nagare e Koishi compresi, portano con sé il ricordo di una persona cara, che non è assenza ma è presenza concreta, reale come un piatto del ristorante Kamogawa.

“Ci si può allontanare, perdersi di vista, ma il legame fra chi si vuole bene non si spezza mai”

 

Kashiwai Hisashi

Le Ricette perdute del Ristorante Kamogawa

Giulio Einaudi editore, 2023

Titolo originale: Kamogawa Shokudo

Traduzione dal giapponese: Alessandro Passarella

 

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Comments 2
  1. Il libro va direttamente nella mia lista desideri, e grazie per questo ricordo dell’intimo calore di ‘certe’ indispensabili e gustosissime cene tra amiche! 🙂

    1. In effetti i ricordi delle nostre cene sono tra i primi che tenterei di rievocare se esistesse anche in Italia un ristorante così!😘

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