Intermezzo: Il tempo con Sally Rooney.
“Intermezzo” è il quarto romanzo di Sally Rooney, pubblicato il 24 settembre scorso (e in italiano a novembre, per Einaudi, con la traduzione di Norman Gobetti).
Rooney ha una scrittura, a mio avviso, molto lineare, chiara e limpida, che facilita la riflessione sulle varie tematiche da lei affrontate. La pagina, mentre leggo uno dei suoi libri, si riempie di sottolineature, annotazioni, pensieri.
Sì, pensieri. Perché la magia di questa autrice è proprio quella di saper mettere sulla carta i nostri pensieri.
Nelle sue pagine, Rooney parla soprattutto di relazioni umane, di come queste impattino sulla nostra vita e ci trasformino profondamente.
In intermezzo, pur mettendo al centro, per la prima volta, la relazione fra due fratelli, Ivan e Peter, che hanno da poco perso il padre, tornano i temi affrontati nei suoi precedenti romanzi, “Conversations with friends”, “Normal People” e “Beautiful World Where Are You”.
Questo rende Rooney, per chi la ama profondamente, un posto sicuro a cui tornare. Un suo nuovo libro una vecchia amicizia che non incontravamo da tempo e che non vedevamo l’ora di ritrovare.
Ma quali sono questi temi che rendono Rooney così amata tanto da essere definita “La Salinger della generazione Snapchat” e odiata da chi non riesce a capire il perché di tanto successo?
Le tematiche affrontate da Rooney
- Il senso di inadeguatezza che pervade un’intera generazione. Il considerarsi indegni dell’amore e dell’attenzione degli altri. Rooney racconta la generazione dei Millennials, lo spaesamento di fronte alla consapevolezza di essersi distratti nel momento in cui la vita che si desiderava ci è passata davanti e sfuggita di mano. Un malessere che torna in ogni romanzo di Rooney. Nelle parole di Frances (Conversations with friends), di Marianne (Normal People), di Alice (Beautiful World Where Are You) e di Peter (Intermezzo).
- Il valore attribuito alle relazioni interpersonali. Quanto queste contribuiscano sempre a ribaltare la propria scala di valori, finendo al primo posto rispetto, ad esempio, alle ambizioni professionali.
- L’artifizio del vivere, il crollo dell’importanza data alle nostre azioni che portano un guadagno, al lavoro. I personaggi di Rooney compiono un percorso che li porta a svuotare di importanza la loro vita esteriore e le apparenze, prediligendo la loro vita interiore, i loro sentimenti.
- Il giudizio della famiglia di origine, dalla quale quasi sempre ci si sente incompresi.
- Lo scambio di messaggi ed e-mail fra i personaggi, che hanno a che fare con la vita stessa, la rappresentano. Internet e il web come veicolo delle relazioni moderne.
- Molti dei personaggi scrivono, per passione o per professione. “Mettere per iscritto un’esperienza gli sembra un gesto potente, come se la imprigionasse in un barattolo perché non possa mai abbandonarlo del tutto” (Connel, Normal People).
- Parlare di qualcosa perché fa tendenza e perché Internet rende facile l’accesso all’informazione, senza scendere mai nei dettagli e senza sentirci direttamente coinvolti nell’argomento che trattiamo. L’interesse senza nessun reale coinvolgimento concreto nelle tematiche politiche e sociali: tra mille argomenti i personaggi di Rooney (ma pure noi) prediligono quelli che vanno do moda.
- La connessione dei protagonisti con il mondo esterno. Rooney afferma di non poter concepire i suoi personaggi a livello individuale, ma in mutazione, grazie alle relazioni e della connessione con il mondo esterno. L’interesse è quello di vedere come i personaggi mutano a contatto con la società che li circonda. Non esiste individualismo, siamo tutti interconnessi. In questo modo Rooney mostra ai lettori come la realtà materiale e la società abbiano impatto e trasformino suoi personaggi e le relazioni fra di loro (ad esempio attraverso la tematica del caro prezzo delle case e la Crisi Economica).
- La trama banale. Come la definisce Rooney stessa. Non ci sono particolari accadimenti, però è questo che vuole raccontare Rooney. La banalità della vita di tutti i giorni, perché è ciò che lei stessa sperimenta e che quindi le interessa (e, forse, interessa anche noi).
- L’intensa passione che i personaggi provano quando si innamorano, che poi li fa sentire spaesati, annulla l’ordine che si erano creati o immaginavano di aver creato, ma allo stesso tempo gli fa superare i propri confini. Siamo ciò che siamo perché viviamo in relazione con gli altri, Rooney ci ricorda questo. Anche la descrizione accurata dei rapporti sessuali fra i suoi personaggi serve a sottolinearne il fatto che sono strettamente interconnessi fra di loro.
- La sperimentazione di una malattia o un dolore, fisico o mentale che sia. Rooney si dice molto scettica rispetto alla capacità di autosufficienza degli esseri umani, che necessariamente viene meno quando si sta male. La malattia è un altro degli espedienti con cui Rooney racconta l’interdipendenza fra gli esseri umani. Parla di Endometriosi, depressione, disturbi alimentari, dolore cronico: di malattia senza parlare di malattia, senza farne il centro della narrazione. Mostrando come la malattia cambia il nostro modo di percepire la realtà, il nostro rapportarci all’esterno, con gli altri e con la società.
Intermezzo
Già il titolo, definisce il senso del romanzo.
Un Intermezzo è un Break, un intervallo.
Quell’intervallo di tempo in cui si trovano i due personaggi protagonisti del libro, Ivan e Peter Koubek , due fratelli che hanno appena perso il padre.
Peter, 32 anni, è un avvocato con una vita apparentemente stabile, mentre suo fratello minore, Ivan, 23 anni, mente matematica e abile giocatore di scacchi, ha un lavoro e una vita assolutamente precari. La vita dei due, il rapporto tra di loro e le loro relazioni, in quello spazio di tempo, appunto intermezzo, di dolore, conti e riflessioni, che si apre dopo la morte del padre. L’incontro di Ivan con Margaret, donna di 36 anni, separata e molto più grande di lui. Il rapporto di Peter con la giovane Naomi e con il mai dimenticato amore di una vita, Sylvia.
Rooney afferma che il primo personaggio immaginato per questo libro fosse quello di Margaret. L’intenzione era quella di raccontare la sua storia, quindi l’idea di scrivere un libro con una voce maschile predominante non era definita in partenza. E in effetti, Margaret, assieme a Peter e Ivan, è l’unico altro personaggio che, in numerosi capitoli del libro, la fa da protagonista, e il racconto viene filtrato dal suo punto di vista.
Il punto di vista è, come gli altri di Rooney, quello della terza persona singolare. Il romanzo è dominato da un “Flusso di coscienza frammentato”, come lo definisce Rooney stessa. Un mondo interiore in cui accade tutto, e caratterizza soprattutto personaggio di Peter.
Veniamo catapultati nella vita interiore dei personaggi. Ci perdiamo assieme a loro nei loro ragionamenti, nei loro pensieri.
L’accento, ancora una volta è sulle dinamiche interpersonali. La descrizione dettagliata dei momenti intimi fra i personaggi è finalizzata a far capire appieno al lettore la stretta interdipendenza tra di loro. Stessa funzione ha anche la ripetizione di molte parole all’interno del testo, che lo rende molto familiare e accessibile al lettore, senza farlo apparire mai, a mio avviso, scarno e banale.
Rooney (come negli altri suoi libri) si concentra molto sui gesti dei suoi personaggi, sui dettagli dei loro corpi (Ivan e il suo apparecchio per i denti, il suo massaggiarsi la mascella durante un torneo di scacchi). Descrive molto bene anche gli ambienti, soprattutto notturni. Anche la notte, se vogliamo, può essere vista come una pausa dalla vita diurna, un intermezzo.
La società, come un giudice, nel romanzo stabilisce ciò che è apparentemente giusto e ciò che è apparentemente sbagliato. Sbagliata, per la differenza di età, è la relazione fra Ivan e Margaret. È sbagliata agli occhi di Peter, che, nel giudicarla tale, creerà una frattura con il fratello. Peter, che ha una relazione con due donne, una delle quali molto più giovane di lui, non si percepisce in torto quanto Ivan.
Relationship mutilated by circumstances into something illegible
Sono i legami tra i personaggi a fargli superare i pregiudizi imposti dalla società.
Entrare in contatto gli uni con gli altri li fa uscire dai binari. Questa è la sensazione che ha, ad esempio, Margaret al momento della conoscenza con Ivan. I nostri legami ci espongono al giudizio della società e all’autocritica.
Grazie alle relazioni però, si esce dal concetto di realtà imposto dalla società e si arriva a una propria verità. Che va oltre la distinzione tra giusto e sbagliato.
Doesn’t the feeling between people have a truth of it’s own? Not in the sense of formal propositional truth – value, no. But then why does that word, ‘truth’, have a certain sensation to it, which is not exhausted by the formal definition?
Rooney e la scrittura:
La possibilità di scrivere permette a Rooney di poter scappare dalla condanna di essere sempre e solo se stessa senza poter essere qualcun altro (e io aggiungo che una simile sensazione la da anche la lettura). E quando, alla fine della scrittura, essendo stata qualcun altro, chiude il computer e ritorna alla sua vita si sente profondamente grata. Rooney, nell’atto di creare, osserva i personaggi senza giudizio. Lo dice spesso nelle sue interviste, mette i personaggi su carta e vede come agiscono.
Ma, sicuramente, la scrittura da senso al suo mondo e alla sua vita.
Intermezzo: me e Sally Rooney. Il mio pensiero dopo la lettura:
La vita è quella cosa che mi accade mentre mi lamento del tempo che passa e il destino mi ricambia con i brufoli. Mentre aspetto in giorno in cui potrò partecipare a un Disability Pride senza sentirmi in perenne conflitto con me stessa e con i miei sentimenti. Mentre qualcuno mi aiuta a sistemare la mia libreria e io devo ancora capire che è proprio come se l’avessi fatto io, che non importa i mezzi con cui si raggiunge un obiettivo ma raggiungerlo.
You know, life can be sad. It’s no good pretending to be happy all the time
Intermezzo: Il tempo con Sally Rooney, il video su Youtube: http://Intermezzo: Il tempo con Sally Rooney