Diario di una Brocca: Dicembre

Il mio dicembre, parte prima

Diario di una Brocca: Dicembre

Quest’anno ho fatto l’albero di Natale con una settimana di anticipo. L’ho guardato per giorni interi, lasciando che un dubbio esistenziale mi logorasse dentro.

L’otto dicembre ho avuto finalmente il coraggio di esternare questo mio dubbio a mia madre.

“Non ti sembra un po’ storto quest’albero?”

“Sì”, mi ha risposto lei, senza esitazione.

Provando ad addrizzarlo, ciò che ottenuto è solo che l’albero rischiasse di cadere rovinosamente.

Quindi ho desistito e l’ho lasciato così.

Ci ho attaccato anche un Babbo Natale, che deve aver commesso qualche grave peccato, perché è stato trasformato in un biscotto, per di più appeso a testa in giù.

Ci sono palline e reperti di discutibile bellezza, risalenti anche agli anni in cui ero bambina. Ho chiesto ai miei genitori di darmi tutto ciò che scartavano dal loro albero. Perché i ricordi sono bellissimi. Che importa se quel pupazzo di neve sulla slitta sfida ogni logica.

Fatto l’albero, è arrivato il momento del Presepio, al quale non è andata meglio. Sulla sua bellezza non discuto, perché lo ha fatto mio padre. Tradizione per me, ricordo per lui di quando da bambino fabbricava le casette. Un momento di felicità.

Essendo su un ripiano della Libreria (perché, ahimè, non saprei dove altro piazzarlo) ed essendo la Libreria attaccata alla scrivania, è stato sin da subito attaccato da The King of my heart and my home. Il gatto Gigi. È bastato un momento di distrazione e lui era lì, fra la capanna e le montagne, sopra casette, pecore e abitanti di Betlemme.

King of my heart, of my home and of the manger è stato adeguatamente sgridato e il Presepio salvato, senza particolari danni.

E così sono trascorsi i giorni e le notti, e io ho compiuto un anno in più.

36 anni.

Tempo che scorre senza che io lo abbia compreso appieno.

L’unica cosa di cui sono certa è che mi vengono ancora i brufoli come quando di anni ne avevo 20.

Sono settimane che cerco, senza risultato, prodotti miracolosi per il viso a tendenza acneica.

Ho capito che devo smettere di impiastricciarmi la faccia con il trucco, non toccarmi il viso che altrimenti produco troppo sebo, forse smettere di guardarmi pure allo specchio così da non sentirmi così inappropriata.

“Dottore, sì ricorda l’acne che avevo a vent’anni? È tornata” Ho detto al mio dermatologo, dopo un periodo in cui speravo il problema passasse e invece manco per niente.

“Si vede che ha una pelle ancora giovane”, mi ha risposto.

É bello sentirselo dire, soprattutto dopo aver spento le candeline con numero 36.

E cosa mi riserverà la fine dell’anno?

Lo scopriremo solo vivendo o comunque in Diario di una Brocca: Dicembre e oltre

Buone Feste!

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