Il mio incontro con Jonathan Strange & Mr Norrell di Susanna Clarke

Creature fatate e stanchezza cronica.

Il mio incontro con Jonathan Strange & Mr Norrell

L’autunno è, per me, la stagione più colorata e intensa dell’anno. Ne sento l’eco già in piena estate e la aspetto in uno stato sognante.

I presagi d’autunno hanno chiari segnali: un pomeriggio di pioggia, i primi golf sopra le magliette a mezze maniche, le giornate che si accorciano. L’autunno si annuncia delicatamente e delicatamente arriva.

D’autunno mi confondo spesso, fra Creature fatate e stanchezza cronica.

La stanchezza cronica c’è tutto l’anno, è legata alla mia malattia.

Quella stanchezza cronica che sembra non aver voce, corpo o sostanza. Che io stessa tendo a non legittimare, eppure sta lì, è lei che legittima me. Definisce quel che sono e che non sono. Soprattutto mi indica di tagliare, preservare energie riducendo all’osso l’essenziale. Quale sia quest’essenziale, devo ancora capirlo. Perché se penso all’essenziale, già questo pensiero è un autosabotaggio. Affetti (famiglia e poche, sempre più poche, amicizie strette), libri, lavoro, volontariato, Inglese, sport e salute e ci risiamo: sono stanca di nuovo.

Mi sono sempre sentita in colpa, ad ammettere di essere stanca. In particolare perché, le persone a cui per lo più l’ho sempre comunicato, vedevano la mia stanchezza rapportata alla loro, additando le mie mancanze alla negligenza. Ci ho messo un po’, a liberarmi del senso di colpa. A non avere timore di ammettere che c’è molta differenza, se si percepisce stanchezza con una diagnosi di malattia cronica o meno.

Nell’acquisire questa consapevolezza, una lettura mi ha aiutata.

A metà fra il romanzo storico e il romanzo fantasy, c’è Jonathan Strange e Mr Norrell di Susanna Clarke, un libro che fa molto autunno.

Potrei raccontarlo in tanti modi, non posso non iniziare con il dire che questo libro è stata una delle sfide più belle della mia vita. 800 pagine lette tutte in lingua inglese.

Questo è un romanzo si cuce addosso al lettore e diventa il suo vestito preferito per tutto il tempo della lettura. Un libro dettagliato, complesso, ricco di personaggi e di storie. Un esordio letterario, frutto di un lavoro di stesura durato dal 1993 al 2001, per vedere la luce nel 2004.

Ispirato ai lavori degli scrittori inglesi Charles Dickens e Jane Austen. Un romanzo storico e un romanzo fantasy con al centro la magia. Le descrizioni dei luoghi sono dettagliate e poetiche, spesso sono specchio dell’animo dei personaggi. Non manca l’umorismo, il richiamo al lettore, a essere partecipe della narrazione.

The long hours of daylight denied people the consolation of darkness which would have hidden all these miseries for a while

Un accenno alla trama:  

Nell’Inghilterra un tempo terra di maghi e di un re mago, il Re Corvo, la magia è ora solo teoria. A ripristinarla in maniera concreta ci penseranno Gilbert Norrell e Jonathan Strange, inizialmente Maestro e allievo, dunque rivali e infine alleati contro spiriti fatati maligni. Il loro incontro è segnato da aspettative disattese da parte di Norrell, che si attendeva un mago più giovane e non sposato (Strange è coniugato con una giovane di nome Arabella), che avesse pubblicato articoli in tema di Magia.

Strange si aspetta da Norrell completa protezione e generosità nel trasmettere le sue conoscenze, ma ben presto si renderà conto che Norrell è molto geloso del suo sapere e, soprattutto, dei libri di magia in suo possesso.

Siamo nella Londra del 1800, durante le guerre napoleoniche. Viene citata la battaglia di Waterloo (Belgio) e la resistenza degli inglesi del colonnello Wellington, che consentì ai prussiani di sconfiggere i francesi. L’ultima battaglia di Napoleone, che si consegna agli inglesi e subito dopo verrà deportato nell’isola di Sant’Elena.

La magia di Norrell e Strange verrà chiamata in aiuto dell’esercito inglese nella battaglia contro Bonaparte. Ma la loro sfida più grande sarà, come accennato, la lotta alle creature fatate che minano la sicurezza generale e quella di tre personaggi: Stephen Black, Lady Pole e la stessa Arabella Strange.

Indeed. Because, whenever I am melancholy you talk to me of cheerful things and cure my low spirits and so I must now do the same for you. That is what friendship is. 

I temi centrali: 

La solitudine: Essere maghi spesso rende soli. Porta a vacillare sulle proprie convinzioni. Uccidere un uomo è una cosa che un mago potrebbe fare ma un gentiluomo non farebbe mai afferma Strange. E in tempo di guerra, quando c’è da difendersi da un nemico? Vale lo stesso questa affermazione? La solitudine porta Strange a dure prove, la più grande delle quale è sicuramente quella di impedire alle avversità della vita di denigrare il proprio animo.

La fiducia: Sono molti i personaggi che ruotano attorno a Norrell e Strange: Lascelles, Childermass, Segundus, Drawlight, Vinculus, Lord Byron e la famiglia Greysteel. Riconoscere chi fra loro sia un amico fidato e chi un traditore o un approfittatore non sarò semplice. Eppure, all’interno del romanzo, c’è chi riconosce e coltiva, senza dubbio, il valore dell’amicizia.

L’amore: Si dice spesso che il vero amore sia quello che vuole il bene del prossimo e la sua libertà. In questo romanzo c’è proprio questo tipo di amore e incontrarlo è davvero emozionante. Ma non dirò di più, bisogna arrivare proprio fino alla fine del romanzo per capire cosa intendo.

“One day,” he said, “I shall find the right spell and banish the Darkness. And on that day I will come to you”

Creature fatate e stanchezza cronica

Perché Il mio incontro con Jonathan Strange & Mr Norrell mi ha aiutata a riappacificarmi con la mia stanchezza cronica?

Poco dopo la pubblicazione del libro, nel 2004, Clarke inizia a non sentirsi bene, proprio come accade a due personaggi chiave del suo libro, Lady Pole e Arabella Strange, che, per motivi che non sveliamo, si trovano a vivere uno stato spossatezza, mancanza di energie e apatia apparentemente inspiegate, che tanto mi ricordano me quando sono stanca:

“Having written about a woman with a 19th-century illness I then seemed to fall prey to a 19th-century illness myself” ammette Clarke in questa intevista “Don’t write about fairies. They don’t like it”

Clarke ricevette la diagnosi di stanchezza cronica, che la portò a chiudersi in casa e a deprimersi.

Pensava di non riuscire a scrivere più. Il suo secondo romanzo, Piranesi è la prova che, fortunatamente, si sbagliava.

Sometimes I would feel that life stretched ahead but it was kind of blank and that was quite frightening

Curiosità: 

  • Il libro è costellato di note, che lo completano e che aprono ad altre storie. Come un fiume che si dirama.
  • Nel romanzo, essendo appunto in gran parte storico, sono citati personalità realmente esistite, come il generale e duca Lord Wellington e Lord Byron. L’incontro fra Strange e il poeta Lord Byron si trasforma in un’amicizia curiosa. Nell’immaginario di Clarke, Strange fu d’ispirazione al “Manfred. Un poema drammatico” (1817) e, presumibilmente, al “Frankenstein” di Mary Shelley, al “Vampiro” di John W. Polidori e al “Prometheus unbound” di Percy B. Shelley, grazie all’incontro con loro nell’estate del 1816, sulle rive del Lago di Ginevra.
  • Per gli amanti dei gatti: Nel libro, uno degli eventi chiave si svolge in una stanza con ben 50 gatti!

A gentleman cannot change his shape. A gentleman scorns to seem any thing other than what he is

Sulla stanchezza cronica in questo Blog: https://www.bookslifeandcat.it/parlare-con-la-stanchezza/

Jonathan Strange & Mr Norrell

di Susanna Clarke

Bloomsbury, 2004

Pagine: 782

(Edizione italiana: Fazi Editore)

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