Servono le scarpe adatte per settembre

Rimedi alla vita che scorre veloce.
Servono le scarpe adatte

Servono le scarpe adatte.

Per affrontare settembre. Le false partenze e quelle concrete.

Per viaggiare e muovermi, anche nella quotidianità.

Le vacanze mi sono servite per capire che: Se leggo con una posizione scomoda finisco per avere cervicale e mal di spalla. In caso in cui io metta in lista troppi libri da leggere vado in tilt. Invece, se sono nervosa, riordinare casa aiuta a distendere i miei nervi. Se il tempo corre troppo velocemente è inutile che io lo rincorra o che me ne dispiaccia. Farò quel che potrò nel tempo che avrò. Farò male e poco ma farò.

Roma, quando sono fuori, appare nella mia mente solo nei suoi aspetti positivi. Che si esprimono appieno nei luoghi d’arte, di cultura, di storia. Che sembrano mantenere un ritmo lento, che invita alla riflessione. Molti di questi diventano i miei luoghi del cuore, terreno di memorie, di amicizie consolidate. Il Palazzo Barberini è diventato sicuramente uno di questi posti. Alla terza visita, avvenuta a fine agosto, mi ha ufficialmente conquistata. Un posto dove dimenticare le difficoltà legate alle barriere architettoniche, che permette alle persone con disabilità la possibilità di parcheggiare all’interno del cortile. Dove il personale sa che se hai preso l’ascensore per salire devi comunque affacciarti e dare un’occhiata alle scale del Bernini e del Borromini. Le porte del maestoso guardino, raggiungibile altrimenti tramite una scalinata, ti vengono spalancate sempre dal suddetto personale, disinnescando l’allarme di una porta che ne consente l’accesso dal primo piano.

Dall’altra parte c’è la Roma che va di fretta, che non coglie le sfumature e non si sforza di comprendere. Ma dove andate tutti così di corsa io vorrei tanto saperlo. Da trasformarvi, soprattutto quando siete in macchina. Da dirti se vai a una normale velocità “tornatene a casa”, da dirti, se crei un po’ di fila all’uscita di un parcheggio nel cercare di capire come ottenere l’esenzione dal pagamento che, in quanto persona con disabilità ti spetta, “deficiente, devi paga’ il biglietto”.

Servono le scarpe adatte.

Per affrontare la vita fuori da un museo accogliente. E una penna affilata, che non si scordi di raccontare.

Per far sì che le criticità non prendano il sopravvento e continuare a organizzare, a progettare.

Fra le mille cose da riprendere in mano, ho tentato anche di buttare giù un programmino per l’imminente viaggio a Vienna. E ho cercato delle scarpe adatte.

Le scarpe. Gioia e dolori. A che mi servono le scarpe, se uso la sedia a rotelle? Mi chiedo spesso.

Potrei anche uscire in ciabatte, no?! Oppure comprare tutte quelle scarpe che mi sono negata quando non usavo la sedia a rotelle, tipo un tacco 15. Fra questi due estremi, pantofole e tacco alto, scorre la mia frustrazione. E si fa due risate, alleviandosi.

Ho provato un paio di mocassini. La prima cosa da testare, dopo essermi accertata che la scarpa calzasse, che il numero fosse quello giusto e che esteticamente non facessero proprio schifo, è stata: se ci faccio qualche passo sopravvivo o scivolo malamente?

Insomma, ero in questo negozio di scarpe, con mia madre. Provo questi mocassini, bellini, calzano bene e a una prima prova con uno solo, sembra che la suola non sia un rischio per me di scivolo con susseguente spappolamento a terra. Mi faccio portare anche il secondo mocassino, per poter con entrambi fare qualche passo.

Succede che nel mentre si materializzano una, due, tre, quattro zanzare. Do a mia madre il repellente spray, lei se lo spruzza su braccia e gambe e chiede a me se anche io ne ho bisogno. Ovvio che sì. Me lo spruzzo su braccia caviglie. Poi mi alzo in piedi, provo a muovere un passo.

La suola delle scarpe è scivolosa. Come è possibile? Prima mi era sembrata perfetta.

Mi riseggo, prima di scivolare rovinosamente perché so che ci sono molto vicina.

Ci ho messo un po’ a capire che non erano le scarpe ad essere diventate improvvisamente scivolose ma il pavimento a essere invaso e inumidito con lo spray per le zanzare.

Servono le scarpe adatte, per far fronte all’intuizione che da sempre mi manca.

Però quelle per Vienna, intanto, le ho trovate.

 

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